Per quanto possa apparire insolito o infrequente, nell'ambito delle Attività sportive recensioni sui datori di lavoro e opinioni sui dipendenti – o, in senso più ampio, su interi ambienti di lavoro – pesano molto più della maggior parte dei settori lavorativi che impiegano liberi professionisti.
Ciò è dovuto al fatto che, in linea di principio, quando si parla di wellness, fitness e sport, soprattutto se tali attività impiegano il tempo libero delle persone, si tende a cercare l'eccellenza, e di conseguenza qualcuno che sia in grado di trasformare il tempo dedicato a tali attività in un tempo di qualità assoluta. In altre parole, chi opera in settori che offrono delle attività extra-lavorative ai loro clienti è di fatto “costretto” a puntare sui massimi standard prestazionali, senza alcun tipo di compromesso. Il prezzo di performance lavorative anche di poco al di sotto dell'eccellenza è infatti la marginalizzazione, se non addirittura l'esclusione, dal mercato che conta, quello dove girano i capitali più ingenti, ma anche quello che determina in un'ampia percentuale la reputazione di un professionista sul mercato (sia esso locale, globale o internazionale).
Per questo motivo, sia i datori di lavoro che coloro che cercano un'occupazione negli ambiti summenzionati devono necessariamente fare i conti con un mercato estremamente competitivo, in cui soprattutto le piccole e medie imprese (palestre, società sportive, agenzie di consulenza) si contendono ogni singolo cliente, cercando di non lasciare praticamente niente alla concorrenza. A conti fatti, si tratta di un mercato in cui è letteralmente vietato sbagliare, a cominciare dalle sinergie che possono crearsi sul luogo di lavoro.
È per questo motivo che sono sorte, soprattutto negli ultimi anni, aziende come GoWork, capaci di mettere in contatto aziende in cerca di personale qualificato e professionisti in cerca di occupazione, allo scopo di creare il match perfetto tra questi poli. Una metodologia che per anni è stata confinata ad ambiti decisamente più frivoli (ad esempio le app di incontri), quando invece può generare incontri gratificanti anche e soprattutto se utilizzata in contesti molto più professionali.
Alla base di GoWork, ad esempio, c'è l'idea che la resa di un lavoratore all'interno di un'azienda non dipenda esclusivamente dalle sue competenze e abilità, ma anche – se non addirittura in misura preponderante – dalla sua aderenza alla filosofia e, per così dire, alla mission dell'azienda stessa. Troppo spesso professionisti dalle capacità indubbie non sono riusciti a trovare la giusta sintonia in determinati ambienti di lavoro, semplicemente perché non in linea con i valori e le direttive dell'azienda che li impiegava. Grazie a GoWork, le probabilità di trovarsi in un ambito poco gratificante sul piano personale, oltre che su quello professionale, si riducono drasticamente.
Nella cosiddetta “società liquida”, anche il mondo del lavoro ha assunto delle caratteristiche di fluidità: al giorno d'oggi, trovare e soprattutto mantenere un posto di lavoro è impresa sempre più ardua. Per riuscirci, servono essenzialmente – anche se si tratta di una chiara semplificazione – due caratteristiche: congruità professionale (ovvero la capacità di offrire prestazioni lavorative conformi allo standard richiesto dall'azienda) e congruità procedurale (ovvero l'attitudine naturale a “sposare” metodologie, obiettivi e finalità dei datori di lavoro). Riuscire a far combaciare questi requisiti, offrendo al tempo stesso una reciprocità, è il segreto per trovare qualcosa che assomigli da vicino a quello che un tempo veniva definito “il lavoro dei sogni”.
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