Trasporto e assistenza disabili. La Provincia di Teramo chiede modifica legge
L'assessore alle politiche sociali, Renato Rasicci, la prossima settimana incontrerà gli assessori regionali Paolo Gatti (pubblica istruzione) e Carlo Masci (bilancio enti locali) proprio per discutere delle proposte già formalizzate in una nota ufficiale (inviata quest'ultima i primi di settembre) e condivise, venerdì scorso, con le altre Province abruzzesi nel corso di una riunione dell'Upa.
«Nel 2008 abbiamo speso oltre un milione di euro per la copertura di questi servizi spiega l'assessore Rasicci la Regione, che dovrebbe coprire il 50% dei costi, ci ha trasferito poco più di 425 mila euro e la previsione di co-finanziamento per il 2009 è di sole 200 mila euro. Ma il problema non è solo finanziario; le Province erogano il contributo ai Comuni e agli Enti d'ambito ma la legge regionale, risalente al 1978, non assegna loro alcuna competenza sulla gestione. Ogni Comune agisce per proprio conto e le istituzioni scolastiche, fra gli attori principali del servizio, non hanno alcun ruolo. Si realizza un vero paradosso: gli utenti si rivolgono alle Province per ogni disservizio ma queste non hanno alcuna possibilità di incidere sulla qualità del servizio erogato o di compiere delle verifiche».
Numerose le criticità riscontrabili allo stato attuale secondo la Provincia di Teramo: disomogeneità del numero di ore medie di assistenza specialistica nelle scuole da Comune a Comue; enormi differenze del costo del servizio a seconda dei territori; l'alta percentuale di studenti disabili iscritti negli istituti professionali e, di conseguenza, la difficoltà ad fornire una adeguata assistenza agli studenti disabili dei licei.
Nel 2008 è stata fornita assistenza specialistica nelle scuole a 118 studenti per una spesa di 861 mila euro ed è stato assicurato il servizio di trasporto a 58 studenti per una spesa di circa 214 mila euro. La spesa, negli anni, è cresciuta in maniera esponenzial, passando dai circa 700 mila euro del 2005 al milione e oltre del 2008.
«E' evidente che il problema non è unicamente finanziario ma di impostazione e di programmazione conclude l'Assessore provinciale alle politiche sociali ci sono i margini per garantire un servizio migliore ai ragazzi disabili che vanno a scuola e quindi alle loro famiglie e alla scuola, ma è necessario che la legge assegni ad un unico soggetto il coordinamento nella gestione del servizio».
28/10/2009 13.54
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