La personale di Leonardo Dooderman a Pescara

I protagonisti, inquadrati in una condizione di perplessità, finiscono per rimanere succubi delle proprie stereotipate dinamiche esistenziali. Si assiste in effetti ad una continua disillusione nei confronti di quei valori tradizionalmente considerati mezzi di elevazione morale. Valori fortemente radicati nel nostro immaginario culturale, ma che nella realtà dei nostri giorni finiscono per sfaldarsi inesorabilmente. Lavoro, affetti, ambizioni personali risultano vuoti contenitori di cui l'uomo si circonda, ma nei quali finisce per proiettare solo falsi contenuti.
Anche il "sapere", inteso come fonte di accrescimento, sembra un palliativo inefficace: il libro, ad esempio, è uno tra i temi-soggetto più ricorrenti (vedi le opere "Umbrellas", "Sleeping", "Food and culture"). Le situazioni descritte, solo apparentemente appartenenti al quotidiano, si trasformano nella prospettiva dell'autore in scenari onirici e surreali. Ad emergere è lo stesso subconscio del worker (clerk) messo a nudo delle sue stesse inesorabili mancanze, nevrosi e rinunce. Inconsapevole vittima e carnefice spregiudicato, l'impiegato-uomo medio diviene antieroe moderno, simbolo e icona, supremo rappresentante di un modello sociale in via di saturazione.
I personaggi di Dooderman sovente non hanno orecchie né occhi, a volte occhiali, succedanei di visioni chiare che non si avrà il tempo di acquisire attraverso un vivere violentato dalla quotidianità. Nel minimalismo dell'artista ogni elemento assume la funzione di simbolo fortemente caratterizzante. Si notino, ad esempio, i simbolismi della stanghetta degli occhiali sempre lontana e indipendente, delle bocche sempre chiuse in un apparente aria di rassegnazione. In sostanza gli organi ricettivi dei personaggi sembrano solo parzialmente presenti e utilizzati. Attraverso un'inesorabile somatizzazione del disagio e della nevrosi, il "borghese" di Dooderman provvederà ostinatamente ad un accrescimento personale, probabilmente attraverso il consumo, succedaneo di ben altri adempimenti. In uno stile immediato e inconfondibile, permeato di scale di grigi freddi e colori tenui l'autore mette in scena una rappresentazione silente ed eloquente del "dubbio".
Info: http://dooderman.com
17/01/2008 8.57
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