Si conclude il laboratorio teatrale al carcere dellAquila
«La denominazione del laboratorio», spiegano i promotori, «riprende il titolo di quell'ampio contenitore che è stato per l'appunto Viaggi , un progetto che sollecita la Comunità locale ad una maggiore attenzione per le problematiche del reinserimento sociale dei cittadini detenuti, perché solo con l'impegno e la collaborazione di tutte le risorse del territorio è possibile sostenere la pretesa riabilitativa dello Stato sancita dall'articolo 27 della Costituzione. Ma è anche l'idea di unire il carcere alle esigenze didattico-formative della Scuola e a quelle artistico-espressive del Teatro».
«Il progetto - precisa Antonio De Rossi responsabile dell'Area pedagogica della Casa Circondariale - vuole proporre l'immagine di una realtà penitenziaria diversa e distante dagli stereotipi dell'immaginario collettivo, alimentato da una cinematografia lontana dalla realtà e che vede il carcere solo come luogo dell'esclusione e dell'emarginazione sociale, delle rivolte violente, delle evasioni e dei suicidi».
In Viaggi aveva trovato spazio anche Strade , una sperimentazione conclusa nello scorso mese di gennaio. Strade , come i progetti che lo avevano preceduto, aveva lo scopo primario di integrare le diverse origini dei detenuti avvalendosi di tecniche di recitazione mediate e immediate che consentissero agli attori/detenuti di farsi coinvolgere in un viaggio attraverso la differenza - reale? presunta? E chi è poi differente e chi uguale? - per scoprire insieme che nessuno è un'isola e nessun altro da noi è poi così lontano e
Sicché il Viaggi del laboratorio che va a concludersi mercoledì è la logica iterazione ed evoluzione di un percorso drammaturgico, di condivisione e di risocializzazione, via via sperimentato all'interno della Casa di Costarelle a partire dal lontano 1990, un percorso che, per ottenere risultati realmente positivi e in linea con quanto previsto sia dalla legge regionale 123/97 che dal Regolamento di esecuzione della legge 354/75, non può essere interrotto ma, al contrario, necessariamente sostenuto da una continuità di intervento costante nel tempo.
Il laboratorio è stato tenuto dagli attori Guido D'Ascenzo, Fiorenza Fusari e Raffaello Mastrorilli, con la collaborazione di Alessandro Sevi, Raffaello Angelini e Corrado Rea e con la supervisione artistica di Maria Cristina Giambruno; l'organizzazione dell'attività è stata curata da Antonio De Rossi, responsabile dell'Area pedagogica della Casa Circondariale.
05/12/2006 8.33
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