MareLibero, arenile assediato: diverbi alla manifestazione per la legalità

Per i lavoratori la colpa è da attribuire «all'onorevole affamatore di popolo» che con la sua battaglia avrebbe messo sulla strada «oltre 100 lavoratori», cioè quelli si ritiene- che dovrebbero lavorare nel ristorante sequestrato. Per i lavoratori con il provvedimento della magistratura «si è segnato il declino della piazza e del turismo».
L'iniziativa per la legalità, invece, è stata promossa dal Comitato MareLibero, in difesa della "vista mare" e per il «ripristino della legalita' sul litorale».
«Siamo qui per dire che siamo contenti ha sottolineato Acerbo- che la magistratura sta facendo il suo lavoro insieme alla Guardia di finanza, e sta finalmente verificando gli abusi che ci sono sul demanio marittimo, lungo tutta costa. Per anni - ha proseguito - abbiamo invocato che si smettesse con questa illegalità su un bene che è di tutti, restituendo la visuale del mare. Siamo solidali con i lavoratori, crediamo che, invece di strumentalizzarli per giustificare comportamenti non legali, chi ha le risorse economiche, come il gruppo De Cecco, si attivi per dare una prospettiva occupazionale a coloro che lavoravano presso lo stabilimento. In Italia - ha aggiunto - c'e' lo stato di diritto, se gli abusi riscontrati non sono tali, non credo che De Cecco, non abbia gli strumenti per difendersi nelle sedi opportune. Non e' vero - ha concluso Acerbo - che noi brindiamo contro i lavoratori: vogliamo invece esprimere il nostro sostegno all'azione di legalità che la magistratura sta portando avanti. Non si può usare l'argomento dei posti di lavoro per giustificare comportamenti illegali».
«Come abitanti di questa città», hanno detto gli esponenti di MareLibero, «auspichiamo che la conflittualità esasperata che si è venuta a creare negli ultimi anni con le categorie imprenditoriali e con gli addetti del commercio e del turismo si risolva una volta per tutte, attraverso un progetto di città vivibile: con l'acqua del mare pulita, con l'aria respirabile, con l'ultimo verde rimasto e la vista del mare (che è un pregio caratteristico di Pescara) salvaguardati».
«Noi oggi ci chiediamo», hanno detto con amara ironia gli esponenti del comitato, «come intendono le istituzioni e gli enti preposti porre rimedio a questa situazione di illegalità diffusa? Chi l'ha permessa? Dove sono gli esiti degli accertamenti che i tecnici comunali hanno iniziato nel lontano 2005, su tutto il litorale? Come mai il nostro Sindaco a tutt'oggi non apre bocca sulla grave situazione in atto? Dov'è l'assessore al mare e dove è stato finora?»
29/12/2007 18.16
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