La lottizzazione del Villaggio del fanciullo. La ex giunta Ricci:«tutto regolare»
«Devo però difendere l’operato della Giunta Ricci di cui posso garantire la piena ed assoluta legittimità sia sul Villaggio del fanciullo che su altre decisioni urbanistiche».
Di più non vuole dire Valter De Cesare, ex assessore all’urbanistica del Comune di Chieti, sull’esposto contro la trasformazione in lottizzazione residenziale del Villaggio del fanciullo. Come noto, questa era una realizzazione caritatevole benemerita dell’Ente morale “Città dei ragazzi”, costruita a San Salvatore di Chieti da don Ugo de Simeonibus e poi lasciata in abbandono dopo la morte del sacerdote. In realtà l’esposto-denuncia di 14 pagine contro la realizzazione su quei terreni di una sorta di villaggio vacanze (inoltrato da Salvatore Siciliano, alla Digos di Chieti, alla Corte dei conti ed alla Procura generale della Repubblica presso la Corte d’appello) è più una denuncia della spregiudicatezza immobiliare della Curia arcivescovile che un atto d’accusa alla vecchia amministrazione comunale. Non mancano naturalmente critiche all’accordo di programma firmato dall’ex sindaco e in forza del quale è stata resa possibile la lottizzazione denominata “City experience” su una delle zone panoramiche più belle di Chieti. Secondo Siciliano quell’accordo di programma non si doveva fare: serviva maggiore chiarezza sia sui passaggi amministrativi di quei terreni, sia sulla reale titolarità e disponibilità di una parte dell’area da lottizzare che sarebbe demaniale. Insomma sotto i panni della filantropia sarebbe passata - inavvertitamente per i più – un’operazione immobiliare non proprio caritatevole. Una versione dei fatti che però dovrà trovare riscontri nell’operato delle procure interessate.
IL NOME DI UN ENTE CARITATEVOLE LEGATO AD UNA LOTTIZZAZIONE
Secondo la ricostruzione dell’esposto, la vicenda ruota dietro le operazioni della Curia attraverso la Fondazione Salvezza onlus che ha sede nell’Arcivescovado e che «presumibilmente è erede dei terreni di don Ugo», compresa una parte demaniale contestata. Questa onlus delega la srl “Villaggio del fanciullo” (che porta lo stesso nome della struttura di don Ugo, ma è una società di capitali che non ha alcun obbligo caritatevole) a proporre la lottizzazione che arriva attraverso un accordo di programma con il Comune, uno strumento previsto solo per interventi con finalità pubblica, cosa che qui Siciliano non vede.
Al contrario, sostiene l’esposto, qui ci avrebbe guadagnato solo il privato. Inoltre, sostiene Siciliano, la variazione urbanistica decisa dal Comune avrebbe fatto lievitare il valore ridottissimo dei terreni dell’Ente morale Città dei ragazzi, tanto che la stessa Curia poi li ha venduti per 8 milioni di euro. L’esposto ripercorre in particolare la storia di quella parte demaniale compresa nella lottizzazione dal 1953 al 2009, con una conoscenza diretta da parte di Siciliano perché quell’area era di proprietà della sua famiglia.
Si parte dal 1953, quando ci fu l’esproprio da parte della Prefettura per realizzare lì una polveriera, mentre oggi questo terreno si trova inserito «attraverso una procedura equivoca» nella lottizzazione City experience. Infatti nel 1964 questo terreno, smantellata la polveriera, fu ceduto in uso gratuito e poi in fitto per esclusivo uso agricolo senza possibilità di modifiche proprio a don Ugo, tanto che la famiglia Siciliano aveva richiesto il rientro in possesso del bene non più adibito a polveriera, perché non più di pubblica utilità. Ma le amministrazioni comunali negli anni 70 modificarono la destinazione d’uso di quella zona, che da agricola passò ad attrezzature di interesse generale con la variazione dell’indice di fabbricabilità in 2mc/mq senza passare per una variante del Prg. Infine, a seguito della richiesta di rientro in possesso, il Demanio nel 1998 revocò la concessione all’Ente morale città dei ragazzi, cedendo i terreni in fitto ad altri, fino all’abbandono e al disuso dell’area dal 2004.
LA VECCHIA GIUNTA COMUNALE: «TUTTO REGOLARE, STESSO TRATTAMENTO DI ALTRE ZONE»
Ovviamente negli uffici del Comune non si entra nel discorso della carità cristiana di don Ugo, di cui si ricorda anche il tentativo (fallito) di costruire lì un ostello ed un centro sportivo con finanziamenti europei. Ma si difende l’intervento urbanistico che non ha cancellato funzioni ed attività assistenziali (che erano già state chiuse da tempo) e che è del tutto identico ad altri previsti in diverse aree edificabili del vecchio Piano regolatore (vedi le zone a destinazione d’uso di interesse generale sin dal 1974).
Le scelte urbanistiche pertanto sono del tutto indipendenti dalle volontà dei proprietari. Come è avvenuto peraltro nella zona del Villaggio Mediterraneo e dell’Università che hanno avuto tutte lo stesso trattamento urbanistico del Villaggio del fanciullo. Quello che i vecchi amministratori negano con forza rispetto alla ricostruzione di Siciliano è la mancanza di risvolti positivi per i cittadini e per l’ambiente: ci sarebbero, invece, il vincolo a verde di un’ampia zona boschiva, la cessione gratuita al Comune di circa metà dell’area che dovrà essere ceduta già attrezzata a verde pubblico ed a parcheggi e la cessione di altre aree per le urbanizzazioni secondarie. A San Salvatore ci sarà edilizia residenziale, ma tutte le altre opere sono a carico dei privati proprietari dell’area titolare del programma di intervento che trasformerà la zona dove oggi si vedono solo edifici in rovina, in parco pubblico attrezzato e parcheggi.
LA CURIA VENDE I TERRENI PER LE PALAZZINE MA NON PREVEDE UNA CHIESA
Queste spiegazioni non convincono l’autore dell’esposto che punta la sua attenzione alle date dell’operazione: la vendita a 8 milioni avviene nell’agosto del 2009, cioè al termine di una storia che vede nel 2007 la nascita della srl Villaggio del fanciullo, nel marzo 2009 la presentazione del progetto di lottizzazione, nel luglio 2009 il provvedimento urbanistico del Comune che – si legge nell’esposto – «in modo volutamente confusionario istituisce una macrozona Villaggio del fanciullo»: 15 giorni dopo la vendita milionaria. Dunque, leggendo l’esposto, il Comune è stato involontario strumento dell’affare dei preti? Certo è un sospetto che Siciliano affida alle indagini che ha sollecitato. C’è, però, una stranezza progettuale che spazza via ogni ricordo religioso dell’attività in favore dei ragazzi: tra le costruzioni della lottizzazione non è previsto nessun luogo di culto. Né una chiesetta, né una cappella, né una sede per le attività caritatevoli. Il Villaggio del fanciullo oggi è solo una srl che - secondo la valutazione dell’esposto - costruirà immobili per 2 miliardi.
Sebastiano Calella 25/09/2010 9.56
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00:12, 25 Settembre 2010
Re: La lottizzazione del Villaggio del fanciullo. La ex g...
Tutto regolare? Ma esiste anche l'etica dei comportamenti. Calella, sempre col ditino alzato, ridiventa garantista. Una opaca speculazione immobiliare? Una devastazione del territorio? Ma no, c'è l'accordo di programma. Come ai tempi del villaggio mediterraneo, per il quale si sono verificate tutte le conseguenze negative paventate (nessun acquisto da parte dell'università, spoliazione del territorio in assenza di un progetto generale), la legittimità degli atti (da vedere poi: perchè se si tratta della pessima giunta Ricci si pubblica direttamente la smentita e non si approfondisce?) è sufficiente. La speculazione rimane, ma è colpa della Curia. PdN sta dando di sè e del giornalismo un'immagine avvilente.
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00:12, 25 Settembre 2010
Re: La lottizzazione del Villaggio del fanciullo. La ex g...
Sono veramente incredulo per la incongruenza e la banale sciatteria delle vostre repliche. Ma almeno leggete l'articolo, non rendetevi ridicoli. A proposito, vi aggiorno sulla vostra eroina dell'informazione: Maria Luisa Busi aveva torto, Panorama ragione, quando il 22 aprile 2010 scriveva che l'ex conduttrice del Tg1 aveva prodotto appena 16 servizi in 10 anni. Lo stabilisce un atto ufficiale dell'Ordine dei giornalisti del Lazio. Ma che «Busi non sia stata denigrata dalla giornalista di Panorama Antonella Piperno» rischiava di non saperlo nessuno. Anzi, il 12 luglio, ad archiviazione già decisa, il consiglio dell'Ordine ha diramato un comunicato sull'esito del procedimento disciplinare a carico di Piperno: «La sanzione dell'avvertimento del presidente dell'Ordine Bruno Tucci». Nessuna traccia, invece, dell'archiviazione, una notizia negata sia alle agenzie sia a Piperno, che soltanto il 17 settembre l'ha appresa attraverso un documento inviato dall'Ordine al suo avvocato, Stefano Nicastro. Viene stabilito che la giornalista di Panorama «non ha messo in atto il comportamento grave e scorretto denunciato dalla Busi nel suo esposto». Non solo, l'ex conduttrice del Tg1 aveva torto a sostenere che contenesse «notizie false e gravemente lesive ». È tutto scritto nelle quattro pagine di archiviazione, seguite da otto righe che, guarda caso, sono quelle fornite alle agenzie di stampa. Recitano: «Visto che la categoria mostra evidenti segni di insofferenza ogni volta ci sia una divergenza di vedute su qualsiasi argomento», l'Ordine ha deciso di «richiamare tramite il presidente gli iscritti all'albo al rispetto delle norme deontologiche ». Davvero una strana dimenticanza. Ma la solerzia con cui l'Ordine ha sbandierato la sanzione, dimenticando chissà perché l'archiviazione, rappresenta un'omissione grave. (Maurizio D'Avanzo) E i nudi di Villa Certosa sull'Espresso ? E i camion della Rai (Santoro) davanti al ristorante del compleanno di Noemi ? E la campagna delle 10 domande su Repubblica ? Ma di che parlate?
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00:12, 25 Settembre 2010
Re: La lottizzazione del Villaggio del fanciullo. La ex g...
il berlusconismo rende brutti dentro e fuori: http://it.notizie.yahoo.com/50/20100923/foto/-noemi-letizia-oggi-stilist-0dfa6f2bf03d.html w il fatto quotidiano, un giornale libero e PDN. in america nell'800 la corruzione era a livelli elevatissimi. grazie ad una libertà di stampa e a giornalisti liberi di fare inchieste e raccontare le cose, questa piaga cessò di esistere. in italia invece, i giornali come campano? i giornalisti sono liberi? sarebbe il caso di abolire il finanziamento pubblico ai giornali per ridare ai giornalisti una coscienza libera per raccontare le vicende senza condizionamenti e censure.
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