VOLONTA' POPOLARE
Petrolio, subito un referendum contro Decreto sviluppo e Sblocca Italia
No Triv chiede coordinamento delle Regioni. Bisogna fare in fretta

ABRUZZO. Se fossimo in Grecia magari un referendum sarebbe stato indetto nel giro di una settimana ma siamo in Italia ed è difficile che si possa tenere. Da noi qui le leggi sono rigide in fatto di consultazione popolari anche perchè non è raro che la volontà popolare si disattenda anche dopo un referendum.
La proposta che arriva dal comitato nazionale No Triv è proprio quello di indire un referendum sulle numerose istanze di concessione petrolifera a mare e a terra nell’Adriatico.
In questo caso dovrebbero essere le Regioni a farsi promotrici delle consultazioni da opporre alla volontà del governo che sembra sempre più vicino alle istanze dei petrolieri e sempre più distante dai territori io quali hanno una volontà opposta (tranne poche eccezioni interessate alla filiera del petrolio).
Secondo No Triv laddove numerose proposte di legge hanno fallito riuscirà il voto dei cittadini.
«Abbiamo chiesto formalmente ai Governatori ed ai Presidenti dei Consigli di tutte le Regioni», dicono, «di richiedere l’indizione di un referendum abrogativo che metta finalmente fine alla vergognosa “sanatoria” per nuove trivelle in mare, in prossimità delle coste italiane, voluta dal Governo Monti nel 2012. Occorre far presto: è necessario che la richiesta referendaria venga depositata entro il prossimo 30 settembre, affinché si possa andare al voto nella primavera del 2016, altrimenti i procedimenti per progetti “petroliferi” riavviati dall’art. 35 del “Decreto Sviluppo” arriveranno rapidamente a conclusione, anche grazie all’accelerazione impressa dallo “Sblocca Italia”».
Con il “Decreto Prestigiacomo”, nel 2010, molte richieste presentate dai petrolieri, al fine di ottenere permessi o concessioni, vennero di fatto bloccate. Il decreto legislativo n. 128/2010, firmato dall’allora Ministro per l’Ambiente Stefania Prestigiacomo, infatti, aveva previsto distanze minime tra la costa e le aree d’attività pari a 5 miglia marine ovunque ed a 12 miglia in presenza di un’area marina o costiera protetta inibendo, così, parte delle ambizioni industriali per quei gruppi “Oil & Gas” interessati a progetti estrattivi prossimi alle coste nazionali.
Nel 2012, poi, il “Decreto Sviluppo” ha ampliato il divieto di esercizio delle attività “petrolifere” estendendolo, per tutta la fascia costiera italiana alle 12 miglia marine, ma stabilendo – tuttavia - che tale divieto non dovesse riguardare i procedimenti “bloccati” nel 2010 dal “Decreto Prestigiacomo”.
«Il risultato paradossale che ne è seguito», dicono i No Triv, «è che, in questo modo, se da un lato si è vietato l’esercizio delle attività entro le 12 miglia marine “per il futuro”, dall’altro si è consentita la possibilità di conclusione dell’iter per tutte le istanze già presentate. In altre parole, il “Decreto Sviluppo” introduceva una sorta di “sanatoria”.
Gli effetti delle attività previste nei progetti in via di autorizzazione «saranno tali da produrre sconvolgimenti irreversibili in termini sì ambientali, ma anche sociali ed economici, rispetto ai quali le istituzioni – e le Regioni in particolare – non possono restare inerti».
Il Coordinamento Nazionale No Triv e l’Associazione A Sud chiedono che «le Regioni, quindi, si coordinino tra loro attivando prontamente un Tavolo permanente di confronto ed approfondimento e promuovano un’azione istituzionale congiunta per la delibera di un referendum d’abrogazione dell’art 35 del “Decreto Sviluppo”».
I progetti “sanati” dal “Decreto Sviluppo” e prossimi a trasformarsi in permessi di ricerca e coltivazione di gas e petrolio interessano soprattutto il Canale di Sicilia, il Mar Ionio e l’intero Mare Adriatico, dal Salento fino al Delta del Po; a titolo esemplificativo:
Istanze di Concessione di Coltivazione in Mare
Nome |
Società |
Area (kmq) |
Localizzazione |
Interferenza con aree interdette ex D. Lvo 128/2010 |
Eni - Edison |
171,7 |
A sud di Pantelleria |
Totale |
|
Eni - Edison |
142,6 |
Canale Sicilia |
Parziale |
|
Eni |
76,69 |
Mar Jonio, Calabria |
Totale |
|
Agip |
58,32 |
Mare Adriatico Veneto |
Parziale |
|
Eni |
58,48 |
Mare Adriatico Abruzzo |
Parziale |
|
RockHopper Italia |
109,2 |
Mare Adriatico Abruzzo |
Totale |
|
Eni |
103,6 |
Mare Adriatico Emilia-Romagna |
Parziale |
Istanze di Permesso di Ricerca in Mare
Nome |
Società |
Localizzazione |
Interferenza con aree interdette ex D. Lvo 128/2010 |
Northern Petroleum Ltd - Petroceltic Italia |
Canale di Sicilia |
Parziale |
|
Northern Petroleum Ltd |
Canale di Sicilia |
Parziale |
|
Eni - Edison |
Canale di Sicilia |
Parziale |
|
Northern Petroleum Ltd |
Mar Ionio, Calabria |
Parziale |
|
Northern Petroleum Ltd |
Mare Adriatico, Puglia |
Parziale |
|
Eni |
Mar Ionio, Golfo di Taranto |
Totale |
|
Transunion Petroleum Italia - Nautical Petroleum |
Mar Ionio, Golfo di Taranto, Basilicata e Calabria |
Totale |
|
Shell Italia EP |
Mar Ionio, Golfo di Taranto, Basilicata e Calabria |
Totale |
|
Shell Italia EP |
Mar Ionio, Golfo di Taranto, Calabria |
Totale |
|
Apennine Energy |
Mar Ionio, Golfo di Taranto, Basilicata |
Totale |
|
Northern Petroleum Ltd |
Mare Adriatico, Puglia |
Parziale |
|
Petroceltic Italia |
Mar Ionio, Golfo di Taranto, Calabria |
Parziale |
|
d 168 A.R-.PV |
Po Valley Operat.Pty Limited |
Mare Adriatico, Delta del Po |
Parziale |
Northern Petroleum Ltd - Petroceltic Italia |
Canale di Sicilia |
Parziale |
|
Transunion Petroleum Italia - Nautical Petroleum |
Canale di Sicilia |
Parziale |
|
Audax Energy |
Canale di Sicilia |
Parziale |
|
Petroceltic Italia |
Mare Adriatico, Abruzzo |
Parziale |
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12:12, 09 Luglio 2015
Referendum sì, referendum no
D'accordissimo con Exdipendenti e con Haemat, ma il problema è anche un altro: si mandarebbero le persone al referendum con delle informazioni parziali e pilotate. Il petrolio non è sempre e solo l'uomo nero, soprattutto in Abruzzo potrebbe far girare numeri economici (a beneficio dei cittadini) da capogiro. Ne ho spesso parlato nel mio blog e questo è solo uno dei tanti articoli che cerca di vedere la realtà con dati e numeri oggettivi, al di là della demagogia e della retorica dei "no tutto": http://www.goccediverita.it/ambiente-ed-energia-intervista-a-legambiente-e-al-rie-ricerche-industriali-energetiche/
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08:08, 09 Luglio 2015
Referendum si, Referendum no
....Sanno solo incolpare il petrolio perché qualcuno oltreoceano si erge a paladina dell'ambiente, guarda caso solo contro il petrolio però. Tralasciano gli sversamenti nei fiumi, il cattivo funzionamento dei depuratori, la mala sanità, l'aumento del canone dell'acqua (anch'essa gestita dalla politica e di conseguenza costosissima). Ma in Abruzzo il capro espiatorio c'è: E' IL PETROLIO che ha l'unica colpa di riversare in Abruzzo dei soldi che potrebbero aiutare l'economia regionale in agonia visto la moria di posti di lavoro che ha subito negli ultimi anni. Ma loro dicono che 30-40 posti non risolvono i problemi, perché non tengono conto dell'indotto, della regione ma li complicano perché provocano inquinamento e che non servono i soldi delle Royalties....Questi sono i veri saltimbanchi, pagliacci e chi ne ha più ne metta!!!!!!
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08:08, 09 Luglio 2015
Referendum si, Referendum no................
Caro HAEMAT non dire così altrimenti il mio carissimo amico SINCERAFALSA ti da del miserrimo anche a te (sai ultimamente ha imparato questo vocabolo e lo usa sempre). Non puoi parlare dell'importazione dell'energia elettrica prodotta da centrali nucleari perché i pseudo-ambientalisti non ne parlano mai......chissà quanti dei 60.000 (mi sembrano esagerati) che hanno manifestato a Lanciano contro il petrolio a casa loro utilizzano tale energia......non è dato saperlo, l'importante e che si lotti contro il petrolio che è il demone di tutti i mali (però non ci rinunciano), non lottano però contro di esso quando utilizzano le loro auto, i loro pc, si riscaldano a casa loro etc etc.... Questa è l'Italia un vero popolo di saltimbanchi!!! Non attaccano la politica che attraverso i depuratori inquinano i mari e falcidiano la fauna marina ma addossano la colpa dello spopolamento ittico all'AIR-GUN e alle ricerche petrolifere ignorando che sotto le piattaforme la popolazione ittica si riproduce..
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